Convegno: “Sanità e coperturta del rischio, 5 anni dopo la Legge Gelli”, a cura della Fondazione Italia in Salute
12 Maggio 2022
Presentato a Roma il volume “Responsabilità, rischio e danno in sanità”, curato dalla Fondazione Italia in Salute
Progressi per i risarcimenti per danni non patrimoniali in sanità e le basi di un nuovo tavolo di confronto tra assicurazioni, strutture sanitarie e medici.
È quanto è emerso durante la presentazione tenutasi presso la Casa dei Cavalieri di Rodi a Piazza del Grillo 1, del volume “Responsabilità, rischio e danno in sanità – La sicurezza delle cure dopo la pandemia di Covid-19”, il libro curato da Federico Gelli e da Maurizio Hazan, insieme a Daniela Zorzit e Fidelia Cascini (edito da Giuffrè in collaborazione con Fondazione Italia in Salute), dedicato a un’analisi critica e aggiornata della legge 24/2017.
Dopo i saluti di Anna Paola Santaroni, Direttore Generale dell’Ospedale San Giovanni Battista ACISMOM, che ha aperto i lavori del convegno ringraziando tutti i relatori intervenuti all’incontro, sottolineando il continuo e proficuo lavoro di aggiornamento svolto sotto il profilo amministrativo, scientifico e legale da parte dei membri tecnici della Fondazione Italia in Salute.
“La copertura del rischio, assicurativa o meno, è importante – ha affermato Maurizio Hazan, presidente della Fondazione Italia in Salute – perché mette in sicurezza gli operatori della sanità e nello stesso tempo tutela i pazienti, i quali hanno il diritto ad essere risarciti laddove un evento avverso si sia verificato. Il punto centrale è la gestione del rischio, la prevenzione. Quindi il costo della responsabilità che in qualche modo sembra ridursi rispetto agli esiti a cui eravamo abituati prima della legge Gelli, richiede uno sforzo sinergico di gestione del rischio matura per dare reale sostenibilità al sistema della sanità responsabile”.
Per quanto riguarda il tema al centro del libro di Gelli e Hazan, durante l’evento è emerso che la svolta è stata la tabella unica nazionale per il calcolo del risarcimento del danno.
“Siamo riusciti a individuare – ha detto Riccardo Cesari, professore ordinario Università di Bologna, consigliere Ivass – una tabella unica nazionale che dà i riferimenti per la determinazione del risarcimento del danno non patrimoniale per quelle lesioni cosiddette macro permanenti. Avremo finalmente sia per le rc auto per rc sanitarie un riferimento unico in Italia, per tutte le Regioni e per tutte le corti”.
“Il libro di Hazan e Gelli – ha detto Antonio Gaudioso, capo della segreteria tecnica del ministro della Salute – è di particolare attualità soprattutto in una fase storico in cui il servizio sanitario nazionale sta cambiando radicalmente. In un contesto che è completamente nuovo e cambiato, e che si evolverà nei prossimi anni, avere un’attenzione strutturata e strutturale alle tematiche legate alla prevenzione del rischio sia per garantire il corretto esercizio dell’attività professionale per quanto riguarda gli operatori sanitari, sia per dare certezze e garanzie ai cittadini, è fondamentale. Ringrazio Federico Gelli e Fondazione Italia in Salute per l’attività di formazione, di creazione di questa comunità che all’interno del Servizio Sanitario Nazionale sta lavorando su questo tema”.
È stato ripensato – ha spiegato Giacomo Travaglino, presidente Terza Sezione Corte di Cassazione – l’universo del risarcimento, la Terza Sezione ha cercato di razionalizzare secondo due strade: la prima è rendere una categoria giuridica una dimensione che è incommensurabile con il modello giuridico, e quindi trasformare il danno, la sofferenza, la macrolesione o la morte in denaro; la seconda strada è risarcire i danni veri ed evitare gli automatismi. Non ci sono ancora le tabelle ministeriali, è invece necessario che tutti gli operatori, del diritto e non, sappiano che rispetto a certi danni e certe condotte ci sarà un certo tipo di risarcimento e che questo avrà un tetto minimo e un tetto massimo”.
A fare il punto sulle sfide presenti e future è stato Federico Gelli, “padre” della legge 24/2017 e oggi direttore generale Sanità, welfare e coesione sociale della Regione Toscana.
“Siamo in un momento storico del nostro Paese in cui il governo e il parlamento – ha detto Gelli – hanno prodotto strumenti normativi di grande rilevanza: abbiamo un intervento importante e abbiamo investimenti copiosi, per la prima volta, nell’assistenza territoriale attraverso il Pnrr. In questo intervento elementi rilevanti sono la sanità digitale, la telemedicina, la teleassitenza: in un Paese come il nostro, dalle isole alle località montane, non si può pensare all’assistenza territoriale senza questi strumenti”.
E a proposito di telemedicina, durante la presentazione sono stati ricordati i numeri attuali del fenomeno in Italia. “La telemedicina – ha ricordato Fidelia Cascini, ricercatrice dell’ Università Cattolica Sacro Cuore, referente Direzione generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica del Ministero della Salute – è entrata ufficialmente a far parte del Sistema del Servizio Sanitario Nazionale, quando il 17 dicembre 2020 in Conferenza Stato Regioni, è stato approvato il documento Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni di telemedicina.
In Italia abbiamo 369 esperienze di telemedicina, soprattutto in Lazio e Lombardia. Ma solo 160 esperienze di televisita. La strada da fare è ancora molta. I casi d’uso, oltre alla televisita, sono il teleconsulto, il telemonitoraggio e la teleassistenza”.